Vacanza in Moto in Trentino Alto Adige

Una guida completa con itinerari per fare giri in moto in Trentino

Il Trentino-Alto Adige è una regione a statuto speciale situata nel Nord-est del paese, con una popolazione di circa 1.082.222 abitanti e Trento come capoluogo. Dopo la Prima guerra mondiale, il territorio fu assegnato all’Italia nel 1919 secondo l’ideologia risorgimentale.

Nel 1972, con l’entrata in vigore del nuovo statuto di autonomia, gran parte delle competenze regionali furono trasferite direttamente alle province autonome di Trento e Bolzano, a causa della diversa composizione linguistica della popolazione: prevalentemente italiana in Trentino e maggioritariamente tedesca in Alto Adige, con alcune eccezioni di comuni a maggioranza ladina.

La regione fa parte del Triveneto insieme al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia e, insieme allo stato federato del Tirolo, è parte di un’associazione transfrontaliera nell’ambito dell’Unione Europea, l’euroregione Tirolo-Alto Adige-Trentino, che comprende i territori dell’antica contea del Tirolo.

Alla scoperta dei laghi e delle Dolomiti

Il Trentino, con la sua combinazione unica di laghi e vette dolomitiche, offre un’esperienza mozzafiato per chi ama esplorare in moto. Questa regione incantevole è un perfetto connubio tra il calore mediterraneo e la maestosità alpina, dove il sole bacia dolcemente le colline verdi mentre le cime delle montagne si ergono fieramente all’orizzonte.

Il Trentino è attraversato dai seguenti gruppi montuosi: Alpi Retiche occidentali, Alpi Retiche orientali, Alpi dei Tauri occidentali, Alpi Retiche meridionali, Prealpi Bresciane e Gardesane e Dolomiti. La vetta più alta della regione è l’Ortles con i suoi 3905 metri, in Val Venosta, appartenente alle Alpi Retiche meridionali.

Per gli amanti delle due ruote, il Trentino è un vero paradiso. Le strade tortuose che si snodano attraverso valli e passi offrono panorami mozzafiato ad ogni curva. I laghi, come il suggestivo Lago di Braies o il pittoresco Lago di Molveno, aggiungono un tocco di serenità al paesaggio, riflettendo le montagne circostanti e creando scenari indimenticabili. In Trentino possiamo trovare numerosi laghi oltre ai due già citati, come il Lago di Garda (il quale condivide la propria superficie anche con Veneto e Lombardia), il Lago di Caldonazzo, il Lago di Resia, il Lago di Ledro, il Lago d’Idro, il Lago di Carezza ed il Lago di Santa Giustina.

 

Tantissime anche le valli, perfette per il moto-turismo:

  • Valle dell’Adige
  • Valle di Primiero
  • Val di Fassa
  • Val di Cembra
  • Valle dei Laghi
  • Vallagarina
  • Val di Fassa
  • Valle di Ledro
  • Val di Sole
  • Val di Non
  • Val di Fiemme
  • Valle dei Mocheni
  • Val Venosta
  • Val Rendena
  • Valle delle Giudicarie
  • Valsugana
  • Val Martello
  • Val Passiria
  • Val Gardena
  • Val Pusteria
  • Val Badia
  • valle Isarco
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Trentino tra arte, eventi ed enogastronomia

Ma non è solo la bellezza naturale a rendere il Trentino un luogo speciale per i motociclisti. La regione vanta anche una ricca storia e cultura, che si manifesta nelle sue città e borghi pittoreschi. Dal suggestivo centro storico di Trento alla fiabesca atmosfera di cittadine come Riva del Garda e Moena, ci sono tesori da scoprire ad ogni tappa del viaggio.

Notevoli anche centri come Rovereto, Cavalase e Pinzolo, ricchi di bellezze artistiche degne di nota.

Inoltre, il Trentino è rinomato per ospitare eventi sportivi di rilievo internazionale, come i ritiri estivi delle squadre di calcio e il Giro d’Italia, che portano un’energia vibrante e un senso di comunità alla regione. Partecipare a questi eventi o semplicemente imbattersi in gruppi di ciclisti lungo le strade può aggiungere un ulteriore elemento di eccitazione al viaggio.

Gli sport più diffusi del Trentino sono lo sci (esistono molte stazioni sciistiche, come Madonna di Campiglio, e comprensori sciistici come il Dolomiti Superski e l’Ortler SkiArena), il volley (il Trentino Volley è tra le squadre più titolate d’Italia, capace di vincere 5 Scudetti, 3 Champions League e 5 Coppe del Mondo per club) il basket (l’Aquila Basket Trento gioca in Serie A), l‘hockey su ghiaccio (anche se la squadra più importante della regione, l’H.C. Bolzano, disputa il campionato austriaco) ed il calcio (con il  Südtirol che milita in Serie B).

E non dimentichiamo l’enogastronomia trentina, che delizia i palati con specialità locali come lo speck, i formaggi di malga e vini pregiati come il Gewurztraminer: una sosta in un rifugio di montagna o in una trattoria tradizionale è un’opportunità imperdibile per assaporare i sapori autentici del territorio.

Una vacanza in moto nel Trentino promette di superare ogni aspettativa, offrendo un mix perfetto di avventure su strada, paesaggi mozzafiato, cultura affascinante e prelibatezze gastronomiche. Che tu sia un appassionato motociclista alla ricerca di nuove sfide o un viaggiatore in cerca di nuove esperienze, il Trentino è pronto ad accoglierti con il suo fascino irresistibile.

Consigli per il pernottamento

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Trentino in moto è un’associazione di strutture turistiche della Provincia Autonoma di Trento (Italia) nata per offrire la migliore accoglienza specializzata ai mototuristi. Questo è TRENTINO IN MOTO.

Ogni struttura TRENTINO IN MOTO garantisce:

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Tutte le strutture aderenti a TRENTINO IN MOTO sono riconoscibili dall’apposito cartello arancione della “moto sotto il tetto”, l’unico originale che rimanda al sito ufficiale dell’associazione www.trentinoinmoto.it dove gli utenti possono trovare le ultime offerte speciali per la vacanza e tutti i migliori itinerari trentini da percorrere con la motocicletta, con in più: i dati GPS da scaricare, i livelli di difficoltà e la possibilità di condividere le foto ed i video della propria vacanza in moto.

Le strutture di qualità TRENTINO IN MOTO coprono tutto il territorio trentino. Sono state selezionate per la loro propensione ad accogliere i mototuristi da tutto il mondo. Hotel, B&B, Camping e ristoranti per venire incontro alle esigenze di tutte le comitive di centauri.

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Organizza la tua Vacanza in Moto in Trentino

Nulla dà maggiore soddisfazione a un motociclista che sfruttare appieno le potenzialità della propria moto in percorsi unici e mozzafiato che solamente il Trentino può offrire. Il Trentino ha già tutti gli elementi che rendono le tue vacanze in moto uniche e indimenticabili. In questa splendida regione d’Italia si trovano innumerevoli stretti, intricati e ripidi passi di montagna con panorami mozzafiato, luoghi incantevoli e suggestivi, dalle scoscese strade di montagna ad altitudini di oltre duemila metri alle stradine idilliache lungo i fantastici laghetti di montani.  Assieme ad una superba cucina tradizionale, la geografia così varia del Trentino renderà la tua vacanza in moto un’esperienza indimenticabile.

Consigli utili per viaggio moto in Trentino valichi/passi alpini

Quando si affrontano i valichi alpini in moto, è importante tenere a mente alcuni punti cruciali per garantire un’esperienza sicura e appagante.

Controllare il meteo

Innanzitutto, le condizioni meteorologiche possono cambiare rapidamente in alta montagna, quindi è essenziale controllare il meteo prima di partire e adattare l’equipaggiamento di conseguenza. Anche durante l’estate, le temperature possono essere rigide, e la presenza di neve sul passo non è rara, quindi assicuratevi di avere abbigliamento adeguato per affrontare eventuali intemperie.

Quando andare in moto in Trentino

Affrontare un valico alpino in moto offre esperienze indimenticabili, soprattutto durante le prime ore del mattino. In questo momento della giornata, quando ci si sente freschi e riposati, è possibile godersi appieno la bellezza del percorso senza il disturbo del traffico caotico. Se avete la flessibilità di organizzare il viaggio, è consigliabile evitare i weekend e preferire invece giorni della settimana meno affollati, come quelli a metà settimana.

Evita moto di piccola cilindrata

Quando si sceglie la moto per affrontare il Passo dello Stelvio, è consigliabile optare per un modello che sia in grado di gestire le ripide salite e le numerose curve presenti con facilità. Evitate moto di piccola cilindrata, specialmente se avete intenzione di viaggiare con un passeggero o bagagli, poiché potrebbero avere difficoltà a superare le pendenze più elevate.

Durante la guida, mantenete sempre una velocità adeguata alle condizioni stradali e rispettate i limiti di velocità, soprattutto nelle curve strette e ripide del passo. Prestate attenzione anche agli altri veicoli e ai ciclisti che potrebbero condividere la strada con voi.

Infine, pianificate il vostro viaggio con cura, prendendovi il tempo necessario per fare soste lungo il percorso e godervi il paesaggio mozzafiato che circonda i passi alpini. Assicuratevi di avere abbastanza carburante per tutto il tragitto e considerate di fare rifornimento prima di iniziare l’ascesa al passo, poiché le stazioni di servizio potrebbero essere limitate lungo la strada. 

Alcuni itinerari

Alcuni dei migliori itinerari in Trentino sono quelli tra i passi alpini, una scelta di molti bikers perché regalano curve e panorami davvero straordinari, ecco alcuni tra gli innumerevoli passi o valichi in Trentino da fare nella tua vacanza in moto. 

 

Passo dello Stelvio

  • Tappe principali: Passo dello Stelvio
  • Lunghezza (km): 25
  • Partenza: Bormio
  • Arrivo: Stelvio
  • Pendenza massima (%): 7,1 – 7,7%

Il mitico Passo dello Stelvio, che collega l’Alto Adige, la Lombardia e la Svizzera, si eleva maestoso a 2.757 metri sul livello del mare, diventando così il valico montano più elevato d’Italia e il secondo valico montano asfaltato più alto delle Alpi. Questo iconico passaggio rappresenta un collegamento vitale tra la Val Venosta e la Valtellina, incastonato tra le maestose vette alpine.

Il Passo racchiude in sé una storia affascinante che risale all’Ottocento, quando fu ordinata la sua costruzione dall’imperatore Francesco II d’Asburgo. Conosciuto con gli epiteti di “Tetto d’Italia” e “Regina delle Strade”, questo passo rimane ancora oggi un autentico gioiello ingegneristico che continua a suscitare ammirazione e meraviglia nei cuori dei turisti provenienti da ogni angolo del mondo.

Affrontare il Passo dello Stelvio in sella alla propria moto è un’esperienza che fa vibrare l’adrenalina, crescendo in modo vertiginoso insieme all’altitudine. Il percorso di circa trenta chilometri si snoda attraverso una serie di tornanti mozzafiato, offrendo agli avventurieri la possibilità di immergersi in panorami di una bellezza straordinaria. Lungo il versante altoatesino, si affrontano ben 48 tornanti, ai quali si aggiungono altri 36 sul versante lombardo, con pendenze che variano dal 7,1% al 7,7%. Non sorprende quindi che lo Stelvio sia da sempre un polo di attrazione per gli amanti del turismo e dello sport, ospitando non solo sciatori estivi, ma anche appassionati di ciclismo e trekking, che trovano in queste strade tortuose un campo di sfida e di conquista.

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Itinerario e informazioni utili

Il valico dello Stelvio offre due percorsi di salita, sia dal versante altoatesino che da quello lombardo, regalando intense emozioni ai motociclisti sia dal punto di vista panoramico che dal piacere di guida. Esiste poi anche un percorso più di nicchia con partenza dal lato svizzero.

Partenza da Prato dello Stelvio (BZ)

Partendo da Prato allo Stelvio (BZ), ci si trova ad affrontare un tracciato caratterizzato da ben 48 tornanti, distribuiti lungo quasi 30 chilometri di strada. I primi 8 tornanti risultano relativamente più agevoli, con pendenze intorno al 5%, mentre successivamente il percorso diventa più impegnativo, con pendenze che possono raggiungere il 12%, richiedendo una buona dose di potenza e abilità di guida per essere superati con successo.

Partenza da Bormio

Dal versante altoatesino, la strada che conduce al Passo dello Stelvio offre un’avventura mozzafiato per i motociclisti. Partendo da Bormio, a 1200 metri di quota, si inizia il percorso a circa 300 metri più in alto rispetto al versante altoatesino. Lungo il tragitto si attraversano 40 tornanti, offrendo un mix di curve avvincenti e tratti rettilinei che consentono di guidare con maggiore tranquillità. Nonostante la pendenza sia meno accentuata rispetto all’altro versante, con alcuni tratti che raggiungono il 12%, l’ultimo tratto presenta una pendenza costante dell’8%.

Partenza dalla Svizzera

Inoltre, esiste anche un accesso indiretto al Passo dello Stelvio dalla Svizzera. Per raggiungere il Passo dello Stelvio da un accesso alternativo, bisogna partire da Santa Maria Val Müstair, situata a 1.375 metri di altitudine, e dirigersi verso il Giogo di Santa Maria o Passo dell’Umbrail. Il percorso presenta delle sfide, con strade strette e, fino al 2016, anche tratti sterrati. Una volta giunti al Passo dell’Umbrail, è possibile continuare lungo la statale SS38 proveniente da Bormio, che conduce fino alla cima del passo.

Indipendentemente dal versante scelto, l’impegno richiesto è notevole e richiede piena attenzione alla guida senza distrazioni per godersi il paesaggio. È consigliabile pianificare alcune piccole pause per rilassarsi e ammirare il panorama di tanto in tanto, anziché rischiare distrazioni durante la guida.

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Passo Sella

Tappe principali: Bolzano, Castelrotto, Santa Cristina Valgardena, Selva di Val Gardena, Passo Sella, Passo di Costalunga, Bolzano

  • Lunghezza (km): 22.4
  • Partenza: Bolzano
  • Arrivo: Bolzano
  • Altezza massina (m s.l.m.): 2240
  • Pendenza massima (%): 11%

Partendo da Bolzano, l’itinerario proposto offre la possibilità di immergersi nelle sue attrazioni principali prima di intraprendere il viaggio. Pertanto, vale la pena concedersi una visita al Museo Archeologico, dove è esposto Otzi, l’affascinante uomo dei ghiacci che ha più di 5mila anni, e magari compiere una rilassante passeggiata nella vivace Piazza Walther, nel cuore della città.

Da non perdere il Duomo di Bolzano, un capolavoro gotico che custodisce preziose opere d’arte, tra cui un crocifisso ligneo del XV secolo ed un affresco di Hans Multscher, pittore e scultore tedesco vissuto nel 1400.

Una volta lasciata Bolzano alle spalle, si prende la strada in direzione del Monte Brennero. Tuttavia, questo percorso non è una linea retta verso la meta, poiché dopo pochi chilometri sarà necessario deviare verso l’incantevole Alpe di Siusi.

Qui l’ambiente circostante si trasforma completamente: non ci sono più le strade tortuose tra rocce e ghiaia, né gli stretti tornanti di montagna, i quali lasciano il posto ad una strada che si snoda tra fitte foreste e paesaggi rigogliosi. È importante prestare attenzione in questo tratto, poiché la strada diventa particolarmente stretta in alcuni punti.

Itinerario moto Trentino Passo Sella

Per gli amanti delle maxi-enduro, questo tratto rappresenta la strada ideale: grazie alla sua pendenza in salita e qualche curva, offre anche la possibilità di avventurarsi in percorsi off-road in alcune zone. Bisogna fare attenzione agli incontri inattesi lungo la strada, come cavalli e animali selvatici che possono attraversare la carreggiata senza preavviso.

Superata la zona della Alpi di Siusi, ci imbatteremo nel Massiccio dello Sciliar, uno dei simboli delle Dolomiti dell’Alto Adige, formato da imponenti vette quali Cima di Terrarossa  (2655 m.), Gran Dente di Terrarossa (2653 m.), Monte Pez (2563 m.), Cima Castello (2515 m.), Piccolo Sciliar (2283 m.), Gabels Mull (2390 m.), Punta Santner (2413 m.), Euringer (2394 m.) e Dorsale del Maglio (2128 m.): qui potrai compiere escursioni e praticare attività sciistica, visto il gran numero di strutture ed impianti presenti.

A questo punto, proseguiamo verso la Val Gardenia, caratterizzata dal tipico paesaggio alpino: boschi di pini e abeti intervallati da ampie distese verdi, distese di fiori selvatici e coltivazioni agricole.

Proseguendo vero il Passo Sella, incontreremo prima Castelrotto (da non perdere la Chiesa di San Valentino con il celebre Campanile simbolo del paese, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo ed i ruderi di Castelvecchio) e poi Ortisei (tra gli altri, potremo visitare il Museo della val Gardena, la Chiesa di San Giacomo e Villa Rifesser Stufan)

Il paesaggio circostante è punteggiato da affascinanti casette di ispirazione tedesca, i famosi masi (in lingua tedesca detti bauernhof), caratterizzati da tetti spioventi e graziose fioriere che abbelliscono praticamente ogni finestra.

Una volta terminata la visita presso questa zona, ci si rimette in moto e si attraversa prima Santa Cristina Valgardena (Chiesa di Santa Cristina e Sant’Antonio Abate, Castel Gardena ed il lago Santo tra i maggiori punti d’interesse) e poi Selva di Val Gardena (Ruderi del Castello di Wolkenstein e Chiesa di Santa maria Assunta).

Da qui in avanti, il percorso diventa più impegnativo: la strada sale quasi interamente attraverso il bosco, con un susseguirsi di numerose curve e tornanti. È il momento perfetto per godersi qualche piega in sella, facendo sempre attenzione ai veicoli in arrivo e, naturalmente, agli animali che potrebbero attraversare la strada.

Si prosegue all’ombra del maestoso massiccio del Sassolungo (l’omonima vetta misura 3181 metri), attraversando infine il suggestivo Passo Gardena, valico alpino che si trova ad un’altezza di 2121 metri.

 

Proseguendo lungo il Passo Gardena, si raggiunge un bivio dove, prendendo la strada di destra, si arriva alla meta di questo affascinante itinerario: il Passo Sella.

 

Il Passo Sella si distingue dagli altri per la sua lunghezza e si inoltra nel vallone sotto il maestoso Sassolungo. Questa è senza dubbio la parte più emozionante dell’intero percorso, poiché la strada diventa ampia e ricca di curve e tornanti, alternandosi a tratti rettilinei che offrono una visuale completa, permettendo così di prendere fiato prima di affrontare nuovamente la strada.

Si tratta di una strada ben tenuta e larga, che offre ai viaggiatori più tranquilli la possibilità di ammirare lo spettacolare panorama che si estende di fronte a loro. Lungo il Passo Sella, vi sono numerosi punti di sosta dove ci si può fermare, ammirare il paesaggio e prendersi una pausa.

La prima parte del Passo Sella è prevalentemente in salita, poiché si procede verso le pendici del massiccio del Sella. Per i più avventurosi, l’idea di abbandonare la strada principale per esplorare vie secondarie e scalare il massiccio del Sella potrebbe essere allettante.

Durante il percorso lungo il passo, è comune incontrare numerosi gruppi di motociclisti, molti dei quali si fermano nei locali della zona.

Dopo aver serpeggiato tra strade costeggiate da pascoli da un lato e imponenti montagne dall’altro, il ritorno a Bolzano avviene attraverso il Passo Pordoi (valico alpino a 2239 metri) in direzione di Canazei, rinomata località sciistica.

Da qui, si prosegue verso Vigo di Fassa (il Museo Ladino di Fassa ed il Museo mineralogico Monzoni rappresentano due tappe imperdibili) in direzione del Passo di Costalunga, valico alpino situato a 1753 metri d’altezza. In questo punto si presenta una doppia possibilità: tornare verso Bolzano o deviare per qualche chilometro verso il suggestivo Lago di Carezza.

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Passo Manghen

 Tappe principali: Trento, Levico Terme, Borgo Valsugana, Passo Manghen, Castello-Molina di Fiemme

  • Lunghezza: 23 km
  • Durata: 1 ora
  • Partenza: Trento
  • Arrivo: Castello-Molina di Fiemme
  • Altezza massina (m s.l.m.): 2047
  • Pendenza massima (%): 15%

Attraversare il Passo Manghen in moto è un’esperienza unica che ti porterà a sfidare le vette alpine, in un mix di adrenalina e bellezze naturali. Situato a 2.047 metri sopra il livello del mare, questo valico offre una vista mozzafiato sui laghi alpini incorniciati da foreste secolari. È una strada che collega Borgo Valsugana a sud e Castello-Molina di Fiemme a nord, tagliando attraverso la maestosa Catena del Lagorai.

Per gli amanti delle due ruote, il Passo Manghen è una tappa obbligatoria. Qui, tra le vette, si trovano percorsi che regalano emozioni autentiche. Ma questa non è solo una strada per gli appassionati di moto, visto che rappresenta anche una delle sfide più impegnative sulle Dolomiti ed una tappa iconica del Giro d’Italia (Passo Manghen è stato tappa del Giro nel 1976, nel 1996, nel 1999, nel 2008, nel 2012 e nel 2019). Percorrere questo passo significa immergersi in una sorta di esperienza mistica, dato che è una delle vie più antiche e impegnative che collega la Val di Fiemme alla Val Calamento, mantenendo intatta la sua aura di mistero e bellezza da tempi immemorabili.

La Val Di Fiemme è famosa per i numerosi impianti sciistici, Alpe Cermis, Latemar ed Alpe Lusia, tutti appartenenti al grande circuito Dolomiti Superski, il maggiore centro sciistico d’Italia: stiamo parlando di un comprensorio che si estende su una superficie di oltre 3.000 km² e che ospita 1246 km di piste, un vero e proprio paradiso per gli amanti dello sci.

Itinerario moto Trentino Passo Manghen

La SP31, conosciuta come Strada Provinciale del Manghen, si distacca dai percorsi convenzionali del moto-turismo, ma cela tesori sorprendenti che attendono solo di essere scoperti: i panorami che si aprono lungo questa strada sono semplicemente spettacolari, ed hanno come protagonista principale la catena delle Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Per raggiungere la vetta del Passo Manghen, puoi scegliere tra i due versanti, ognuno con il proprio itinerario per i motociclisti. Da Castello-Molina di Fiemme, affronti una salita di 16,4 km attraverso 11 tornanti, che diventano più stretti man mano che ti avvicini alla cima, aumentando anche la pendenza. Da Borgo Valsugana, invece, ti attendono 14 tornanti, alcuni così stretti da sembrare gomiti, con una pendenza media del 7%. In totale, affronterai 23 km di strada, con pendenze che raggiungono anche il 15%.

Il nostro viaggio verso il Passo Manghen inizia dalla suggestiva città di Trento, un luogo che ha attraversato secoli di storia, dagli albori (probabilmente fondata dall’antica popolazione dei Reti e poi conquistata dai Romani nel I secolo a.C.), fino al periodo asburgico e all’annessione all’Italia. Lungo il percorso, potrai ammirare gioielli architettonici come Piazza Duomo con la Cattedrale di San Vigilio del XIII secolo, il Palazzo Pretorio e l’imponente Torre Civica, costruita in epoca medioevale.

Da non perdere, tra gli altri, il Castello del Buonconsiglio, la Chiesa di Santa Maria Maggiore, eretta nel XVI secolo, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo edificata nel XII secolo, il Palazzo delle Albere risalente al periodo rinascimentale, Palazzo Thun e Palazzo Geremia, senza dimenticare le numerose fontane, come la Fontana del Nettuno (del XVIII secolo) e la Fontana delle Naiadi.

Da Trento, ci dirigiamo lungo la SS47 verso Borgo Valsugana, facendo una piacevole sosta a Levico Terme, la gemma della Valsugana. Levico è stata testimone di molteplici culture nel corso dei secoli ed è famosa per le proprietà terapeutiche delle sue acque termali, che sgorgano a 1500 metri d’altitudine, rendendola un rinomato centro termale.

Continuiamo il viaggio dirigendoci verso Borgo Valsugana, che si estende su entrambe le rive del fiume Brenta, offrendo paesaggi che abbracciano due regioni, il Veneto e il Trentino. Tra gli edifici che catturano l’attenzione, spiccano la Chiesa di Sant’Anna, il suggestivo Castel Telvana eretto nel corso del 1300, la Chiesa arcipretale della Natività di Maria ed il Santuario della Madonna di Onea.

Da qui, ci immettiamo sulla SP31 del Manghen, affrontando i 23 km di curve spettacolari in salita fino a Telve (da non perdere la Chiesa di Santa Maria Assunta e la Chiesa di Santa Giustina).

Durante la salita lungo i pendii, potrai incontrare diverse baite e malghe, luoghi ideali per assaporare i prodotti tipici della zona. Giunti al passo, le tracce della Grande Guerra diventano evidenti, con le loro trincee e camminamenti che raccontano storie di un passato tumultuoso. Dalla cima del Passo Manghen, inizia la discesa verso Castello-Molina di Fiemme (tra i principali punti d’interesse possiamo trovare la Chiesa di San Giorgio, la Chiesa dell’Immacolata di Lourdes, la Chiesa di Sant’Antonio di Padova, la Chiesa dei Santi Angeli Custodi, l’area archeologica Doss Zelòr ed il lago delle Buse) completando così il percorso attraverso questo suggestivo valico alpino.  

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Passo Oclini

Tappe principali: Passo Oclini, Maso Niggholf, Fontanefredde, Trodena, Montagna, Ora, Caldaro, Bolzano

  • Lunghezza: 87 km
  • Durata: circa 2 ore
  • Partenza: Ponte Nova
  • Arrivo: Ponte Nova
  • Altezza massina (m s.l.m.): 1989

 

Il Passo Oclini rappresenta una scoperta affascinante per chi desidera esplorare il Trentino in moto, essendo uno dei valichi più elevati della regione. Anche se meno conosciuto rispetto ad altri passi alpini, come il Manghen, ha molto da offrire e merita senz’altro di essere incluso in un itinerario moto in Alto Adige. Ecco perché.

Situato a un’altitudine di 1989 m s.l.m., il Passo Oclini funge da collegamento diretto tra le località di Nova Ponente (da non perdere la Chiesa dei Santi Udalrico e Volfango, la Chiesa di San Pietro e la Chiesa di Sant’Elena) e Varena (imperdibili la casa del pittore Antonio Longo, la Chiesa di San Pietro e San Paolo ed il presepio). Queste due destinazioni, situate rispettivamente nella Val d’Ega e nella Val di Fiemme, rappresentano una sorta di spartiacque linguistico, con la prima a maggioranza di lingua tedesca e la seconda di lingua italiana. In questo senso, il Passo Oclini può essere considerato quasi un confine naturale tra il Trentino e l’Alto Adige.

Nonostante non sia una zona particolarmente turistica, il Passo Oclini offre diverse strutture ricettive, tra cui un hotel e un maso, oltre a una serie di opportunità per gli amanti degli sport invernali. Gli appassionati di sci, ad esempio, troveranno 7 chilometri di piste accessibili tramite quattro diversi impianti di risalita, offrendo così una piacevole esperienza sia per i principianti che per gli esperti.

Itinerario moto Trentino Passo Oclini

Il Passo Oclini è situato in una regione affascinante del Trentino Alto Adige, a soli circa 30 chilometri da Bolzano. Nei dintorni, vi sono diverse mete interessanti da visitare, tra cui Nova Levante, dove è incastonato il suggestivo Lago di Carezza.

Il percorso per raggiungere il Passo Oclini è concepito come un anello circolare lungo poco più di 87 chilometri, con una durata di circa due ore. Si parte da Ponte Nova, da dove si diparte la strada che conduce al Latemar (la cima maggiore è il Cimon del Latemar, 2846 metri sul livello del mare) ed al Lago di Carezza. Da qui, si segue la SS 620 in direzione sud verso il Passo Lavazè, attraversando un tratto di strada molto tranquillo. Tuttavia, la strada che porta al Passo Oclini è piuttosto stretta, a carreggiata unica, quindi è necessario prestare attenzione soprattutto durante l’inverno.

Durante il tragitto, si attraversano fitte distese boschive, con il valico che divide simbolicamente il Corno Bianco (2316 metri) dal Corno Nero (2439 metri). La zona è ricca di impianti di risalita e piste da sci, rendendola un paradiso per gli amanti degli sport invernali.

L’itinerario è caratterizzato da numerose curve e tornanti che ci portano verso Fontanefredde, dove ci si ferma per una pausa al suggestivo Maso Niggl. Questa bella struttura, situata a 1580 metri di altitudine nel territorio di Redagno, offre non solo la possibilità di gustose mangiate, ma anche l’opportunità di dormire su grandi covoni di fieno, regalando un’esperienza unica e autentica.

Da Fontanefredde, ci dirigiamo verso il basso per raggiungere Ora, superando l’autostrada A22 del Brennero. Lungo il percorso, godiamo di una piacevole immersione nel verde che ci porta attraverso le località di Trodena nel parco naturale (così chiamato dal 2008 per via del Parco naturale Monte Corno di cui fa parte), Pinzano e Montagna.

Al ritorno verso Bolzano dal Passo Oclini, abbiamo tre alternative percorribili. Possiamo optare per l’autostrada, seguire la SS12 che passa per Bronzolo (tra i principali punti d’interesse possiamo trovare la Chiesa del Santissimo Cuore di Gesù e Palazzo von Ferrari-Thomsen), oppure scegliere la suggestiva Sudtiroler Weinstrasse. Optiamo per quest’ultima opzione, la più panoramica e culturalmente rilevante.

La Sudtiroler Weinstrasse è stata la prima Strada del Vino ad essere inaugurata negli anni Sessanta e ancora oggi è un vero gioiello enogastronomico. Qui vengono prodotti i rinomati vini dell’Alto Adige. Durante il percorso, non possiamo perdere le località di San Giuseppe al Lago (da segnalare la Chiesa di San Giuseppe), Caldaro sulla Strada del Vino (imperdibili la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta e diverse rovine presenti, come quelle della basilica di San Pietro, di Castelchiaro e di Castel Varco) e Pianizza, che offrono esperienze enogastronomiche uniche e indimenticabili.

Da Pianizza, possiamo facilmente deviare sulla SS42 per raggiungere il suggestivo Passo della Mendola, un’altra meta altrettanto interessante. Una volta tornati a Bolzano, le opzioni per continuare il viaggio sono molteplici e invitanti.

Potremmo decidere di dirigerci verso il Massiccio dello Sciliar per ammirare il suo spettacolare profilo montuoso, oppure optare per una visita a Merano (tra i principali monumenti troviamo il Duomo di San Nicolò, la Chiesa di Santo Spirito, il Teatro Civico, il Ponte Romano ed il Kurhaus), Bressanone (da segnalare il Duomo, la Chiesa di San Michele, la Torre Bianca, il Seminario maggiore, il Palazzo Vescovile e l’ex sanatorio) o addentrarci nella suggestiva Val Badia.

Se il viaggio dovesse avvenire durante il periodo autunnale, consigliamo un tour dei Mercatini di Natale, come quello di Bolzano, attivo già dal 1970, data che ne fa il più antico d’Italia, e quello di Merano.

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Passo delle Erbe

Tappe principali: San Martino in Badia, Antermoia, Passo delle Erbe, Bressanone

  • Lunghezza: 54 km
  • Partenza: San Martino in Badia
  • Arrivo: Bressanone
  • Altezza massima (m s.l.m.): 2003
  • Pendenza massima (%): 10%

Tra le pittoresche valli di Val d’Isarco e Val Badia si estende il celebre percorso del Passo delle Erbe, una vera stella delle Alpi bolzanine, circondato da pascoli verdissimi e cime dolomitiche maestose. Questo valico è conosciuto anche come “Würzjoch” in lingua tedesca e “Ju de Borz” in ladino, testimonianza della ricca diversità linguistica e culturale della regione.

Il Passo delle Erbe è una via di comunicazione fondamentale tra le località turistiche di San Martino in Badia e Funes, capace di immergersi completamente nella purezza dell’ambiente montano.

Per i motociclisti, il Passo delle Erbe offre un’esperienza unica. Il percorso in moto si estende per 15 chilometri, con una pendenza massima che raggiunge il 10%, offrendo un equilibrio perfetto tra sfida e godimento del paesaggio. È possibile raggiungere questo passo sia dalla Val di Funes che dalla Valle di Eores, attraversando la splendida località di Bressanone lungo il percorso, una delle ultime grandi cittadine prima del confine con il Brennero.

Itinerario moto Trentino Passo delle Erbe

Il Passo delle Erbe offre uno spettacolo mozzafiato, permettendoti di ammirare alcune delle vette più iconiche delle Dolomiti, come la Plose (2562 metri), il Sass de Putia (2875 metri) ed il maestoso Monte Gabler (2576 metri). Tuttavia, durante i mesi invernali, da ottobre ad aprile, il passo si trasforma in una rinomata pista da sci, rendendolo inaccessibile per i motociclisti, quindi dovrai valutare attentamente il periodo in cui partire, scegliendo i mesi tra giugno ed ottobre

Questo percorso è indubbiamente uno dei più panoramici di tutte le Dolomiti, offrendo viste spettacolari sulle valli circostanti, sulle maestose cime montuose e sulle attrazioni lungo il percorso. Una sosta al rifugio Ütia de Börz è un must, offrendo un’opportunità perfetta per rilassarsi e godersi la bellezza del paesaggio circostante. 

Il Passo delle Erbe è stato a lungo considerato uno dei valichi alpini che superano i duemila metri di altitudine. Tuttavia, misurazioni recenti hanno leggermente ridimensionato la sua quota massima a 1987 metri sul livello del mare: questa altitudine, seppur non eccezionale, consente al passo di essere immerso in una natura lussureggiante, con pascoli verdi ed ampie foreste di abeti. Durante l’estate, il passo si presenta ricoperto di un manto verde intenso, mentre in inverno si trasforma in un paesaggio candido e incantato. Il passo è circondato da diverse cime montuose, tra cui spiccano i già citati la Plose, il Sass de Putia ed il monte Gabler, oltre al gruppo delle Odle, tutte con altitudini superiori ai 2500 metri. Le cima più elevate della zona sono il Sass Rigais e la Furchetta, entrambe appartenenti al gruppo delle Odle, che si ergono fino a quota 3025 metri, offrendo uno spettacolo mozzafiato agli occhi dei visitatori.

Il nostro itinerario parte da San Martino in Badia (da non perdere la Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Martino e la Chiesa di Santa Lucia) e tramite la SP29 tocca le frazioni di Antermoia (potrai ammirare la Chiesa di Sant’Antonio Abate, realizzata in stile barocco con un altare maggiore riccamente decorato) ed Alfarei (un piccolo borgo immerso nella natura, dove potrai effettuare una sosta per goderti il panorama e la tranquillità del luogo) per poi arrivare al Passo delle Erbe.

Da qui, tramite la SP30, ci dirigeremo verso Bressanone, mentre tramite SP29 potremmo attraversare le località di Plancios ed Eores (Chiesa di San Giorgio e Chiesa di San Giacomo).

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Passo Valparola

Tappe principali: Corvara in Badia, Costadedoi, San Cassiano, Armentarola, Passo Valparola, Pocol, Cortina d’ampezzo

  • Lunghezza: 39 km
  • Partenza: Corvara in Badia
  • Arrivo: Cortina d’Ampezzo
  • Altezza massina (m s.l.m.)
  • Pendenza massima (%): 9,5

 

Questo itinerario inizia in Trentino e termina in Veneto, collegando le due regioni al netto della posizione geografica del Passo Valparola.

Nascosto tra le maestose creste delle Dolomiti, il Passo di Valparola sorge come un tesoro incastonato nel cuore delle Alpi italiane, un luogo dove si fondono le trame della storia, della natura e dell’avventura. A un’altitudine vertiginosa di 2.168 metri, questo valico montano non rappresenta soltanto un collegamento tra le province di Belluno e Bolzano, bensì costituisce un varco verso un universo dove il tempo pare sospeso. Qui, tra le montagne che si ergono come guardiani silenziosi, i visitatori sono invitati a immergersi in un paesaggio che ha assistito al passaggio combattenti e pionieri, e che ora accoglie con affetto gli appassionati della natura e dell’escursionismo. Il Passo di Valparola non rappresenta semplicemente una meta da raggiungere, ma piuttosto un viaggio attraverso la bellezza incontaminata e la vibrante storia delle Dolomiti.

Il Passo Valparola, come già osservato in precedenza, si estende tra i confini del Trentino Alto Adige e del Veneto, precisamente tra le province di Belluno e Bolzano. Le valli di Val Badia e Agordino, unite grazie a questo passaggio, presentano un grande interesse anche dal punto di vista turistico. Pur non vantando l’altitudine massima né la pendenza più accentuata tra i passi dolomitici, l’Intrà i Sass (tradotto letteralmente come “Tra i sassi”) raggiunge un’altitudine massima di 2.192 metri al valico. Il profilo altimetrico di questo passo si presenta piuttosto agevole: il tratto che parte da La Villa registra un dislivello di 802 metri su poco più di 13 chilometri di percorso. La sezione più ripida è quella compresa tra i 2060 e i 2155 metri, estendendosi per circa un chilometro con una pendenza del 9,5%, mentre gli altri tratti altimetrici oscillano tra lo 0,7% e l’8,8%.

Itinerario moto Trentino Passo delle Erbe

Tra gli attori principali di questo itinerario troviamo il Forte Tre Sassi, assoluto protagonista della Grande Guerra: costruito tra il 1897 e il 1901 sotto l’egida dell’esercito Austro-Ungarico, il Forte Tre Sassi fu eretto al confine con il Regno d’Italia. Tale struttura, di vitale importanza logistica, disponeva di quattro cannoni ed altrettante mitragliatrici, concepite per arginare l’avanzata italiana in direzione delle valli di Val Badia e Val Pusteria, all’epoca ancora sotto il controllo austriaco.

I danni irreparabili inflitti dagli italiani nel 1915 segnarono la fine dell’epoca di utilizzo militare per il forte, che fu quindi abbandonato dalle truppe austriache. Dopo gli anni Trenta, il sito venne riconvertito a museo, assumendo un ruolo fondamentale nel narrare le vicende e le trincee della Prima Guerra Mondiale. Attraverso un meticoloso restauro condotto nel 2007, oggi rappresenta un’importante testimonianza storica da esplorare e riscoprire, in grado di offrire una splendida vista sulle Dolomiti.

Curiosità: il Forte Tre Sassi compare nel videogioco Battlefield 1, sparatutto del 2016, e nel film Spider-Man: Far from Home del 2019

Il nostro itinerario inizia da Corvara in Badia, in Val Badia, celebre località sciistica ai piedi del monte Sassongher (da non perdere la Chiesa di San Vigilio, la Chiesa di Santa Caterina e la Zecca da Rubatsch), per poi proseguire lungo la SS244 in direzione nord verso Verda e La Villa. Qui, viriamo lungo la SP37 verso sud, seguendo la strada che ci condurrà al Passo di Valparola. Attraversiamo località come Costadedoi, San Cassiano e Armentarola, superando così il confine tra Trentino-Alto Adige e Veneto.

Una volta entrati in quest’ultima regione, la strada si trasforma in SP24 e, dopo pochi chilometri, raggiunge il valico. Continuiamo lungo la SR48, incrociando il Passo di Falzarego (valico alpino in provincia di Belluno situato a 2117 metri d’altezza) e proseguendo verso est.

Dopo aver raggiunto Pocol (imperdibile il Sacrario militare di Pocol, costruito in epoca fascista, che ospita le spoglie di circa diecimila soldati, sia italiani che austro-ungarici, caduti durante la Grande Guerra), possiamo già scorgere in lontananza la meta finale di questo breve ma avvincente tragitto: Cortina d’Ampezzo, la Regina delle Dolomiti, dove giungiamo dopo un totale di circa 38 chilometri percorsi.

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 Passo Giovo

 Tappe principali: Merano, San Martino in Passiria, San Leonardo in Passiria, Passo di Monte Giovo, Vipiteno, Brennero

  • Lunghezza: 76.5 km
  • Partenza: Merano
  • Arrivo: Brennero
  • Altezza massina (m s.l.m.): 2094
  • Pendenza massima (%): 10

 

Esplorare il Passo Giovo su due ruote è un’esperienza senza paragoni, una delle rotte più affascinanti che l’Alto Adige abbia da offrire, situata ai confini settentrionali della regione.

Questo itinerario, pur appartenendo al panorama alpino, si distingue per dettagli che lo rendono unico nel suo genere, rendendo ogni viaggio indimenticabile.

Il Passo Giovo si trova nel cuore del Südtirol, precisamente tra le località di San Leonardo in Passiria e Vipiteno.

La sua lunghezza complessiva è di 39 chilometri, che possono essere percorsi in entrambe le direzioni, portandosi fino a un’altitudine massima di 2099 metri sul livello del mare.

La pendenza massima lungo il percorso raggiunge il 9%. Il tratto da San Leonardo in Passiria alla vetta misura 19,9 chilometri, con un dislivello totale di 1377 metri.

La partenza avviene a 689 metri di altitudine, mentre l’arrivo si trova a 2099 metri. La salita media è del 7,3%, con un picco massimo del 9%. Il percorso è caratterizzato da numerosi tornanti all’inizio e alla fine, mentre diventa più agevole nella zona di Valtina – Innerwalten.

L’entusiasmante viaggio in moto da noi proposto inizia a Merano e termina al Brennero, il confine tra Italia e Austria, per un totale di poco più di 74 chilometri.

Il viaggio verso il Passo Giovo in moto, conosciuto anche con il nome tedesco Jaufenpaß, inizia dunque nella pittoresca Merano.

Dopo aver esplorato il suo affascinante centro storico (consigliamo pertanto la visita presso il Duomo di San Nicolò, la Chiesa di Santo Spirito, il Teatro Civico, il Ponte Romano, il Kurhaus, il convento dei Cappuccini, l’ex convento delle Clarisse, le tre porte di accesso risalenti al XIII secolo, il Ponte Romano, il museo provinciale Toriseum, il Museo delle Donne e la storica Via dei Portici di epoca medioevale) ci dirigiamo verso nord in sella alla nostra moto.

Itinerario moto Trentino Passo Giovo

Prendiamo la SS44 e, per circa 20 chilometri di strada panoramica tra le maestose vette alpine, arriviamo a San Leonardo in Passiria, il punto di partenza reale per la salita al Passo Giovo.

Il comune di San Leonardo in Passiria ha molto da offrire: suggeriamo una visita presso la Chiesa di San Leonardo, la Chiesa di Sant’Orsola e la Chiesa di Sant’Antonio di Padova, senza dimenticare la casa natale di Andreas Hofer (patriota tirolese che combattè durante la cosiddetta quinta coalizione, un’alleanza formata dall’Impero austriaco ed il Regno Unito in opposizione all’Impero francese di Napoleone) e le rovine di Castel Giovo (ancora intatta la torre).

Durante il percorso, ci immergiamo prima nelle Alpi dello Stubai (sottosezione delle Alpi Retiche orientali) e poi nelle Alpi Sarentine (anch’esse appartenenti alle Alpi Retiche orientali), per le quali il Passo Giovo rappresenta una sorta di divisorio naturale.

La bellezza della natura circostante il Passo Giovo rende l’ascesa in moto un’esperienza piacevole e indimenticabile: percorrere la SS44 del Passo Giovo in moto rappresenta infatti una delle esperienze motociclistiche più panoramiche e indimenticabili dell’intero Trentino-Alto Adige.

Giunti in cima al passo, ci accoglie la Jaufenhaus, la “Casa del Giovo”, un rifugio situato a oltre 2000 metri di altitudine. Con ben 50 posti letto, è pensato appositamente per i motociclisti, offrendo un ampio ristorante e una serie di servizi dedicati.

Dopo una piacevole sosta, riprendiamo il nostro viaggio verso nord e, dopo 21 chilometri, raggiungiamo Vipiteno, la penultima tappa di questo emozionante percorso sul Passo Giovo in moto.

Approfittiamo per esplorare questa affascinante cittadina, uno degli ultimi avamposti prima del confine austriaco. Vipiteno, facente parte dei borghi più belli d’Italia, risale ad epoca Romana ed ha molti punti d’interesse, tra cui possiamo rintracciare la Chiesa di Nostra Signora della Palude, la Chiesa di Santo Spirito, la Chiesa di Santo Stefano, la Chiesa di San Giacomo, la Torre delle Dodici, il Palazzo del Municipio, Palazzo Jöchlsthurn e le cascate di Stanghe, situate nella vicina Racines.

Evitando l’autostrada A22, continuiamo lungo la SS12 per circa 15 chilometri, arrivando infine al comune di Brennero. Qui, a due passi dal celebre Passo del Brennero (valico alpino situato a 1732 metri d’altezza che collega Italia ed Austria) potremo visitare la Chiesa di San Valentino, la Chiesa di Santa Maria della Strada, la Cappella del Lupo ed una lapide commemorativa dedicata a Goethe, il quale visitò la cittadina nel 1786.

Da qui, nelle vicinanze del confine tra Italia e Austria, è possibile decidere se proseguire verso Innsbruck, capoluogo del Tirolo, in Austria.

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Passo della Borcola

 Tappe principali: Thiene, Schio, Passo della Borcola, Piazza, Folgaria, Rovereto

  • Lunghezza: 19.2 km
  • Partenza: Thiene
  • Arrivo: Rovereto
  • Altezza massina (m s.l.m.): 1207
  • Pendenza massima (%): 5,3%

Il Passo della Borcola si erge tra le meraviglie delle Dolomiti, abbracciando le province di Trento e Vicenza. Quest’area, per sua natura, si staglia come uno dei confini più suggestivi tra il Veneto e il Trentino Alto Adige.

Tra le vette del Monte Pasubio (2232 metri) ed il vicino Monte Maggio (1853 metri), il Passo della Borcola si fa largo, connettendo due gemme locali: Terragnolo e Posina, poste rispettivamente a 785 e 554 metri sul livello del mare.

Terragnolo e la sua vallata, con una media di altitudine di 1.200 metri (il passo stesso siede a 1.207 metri), narrano storie di confini antichi. È qui, infatti, che la storia traccia i confini tra la Serenissima Repubblica di Venezia e l’Impero Austro-Ungarico, una linea sottolineata dall’imponenza iconica del Leone di San Marco, simbolo tangibile del dominio veneziano.

Ma il Passo della Borcola non è solo storia e confini, bensì un crogiolo di fede e coraggio. Le sue terre furono teatro di cruenti scontri durante la Prima Guerra Mondiale, dove gli Alpini italiani e le forze transalpine si scontrarono con ardore. La memoria di quei sacrifici e dei combattimenti è racchiusa nella modesta Chiesetta degli Alpini, un gioiello in pietra viva che osserva silente la vallata circostante. Costruita nel 1968 grazie alla fervente volontà della comunità di Terragnolo e dell’Associazione Nazionale Alpini, la chiesetta è un tributo vivo alla resilienza e al coraggio degli Alpini.

Itinerario moto Trentino Passo della Borcola

Il Passo della Borcola, nell’entroterra vicentino, offre un intrigo di sentieri escursionistici che si dipanano tra i suoi dintorni. Esplorare questa zona, sia a piedi che in moto, diviene un invito irrinunciabile per chi cerca emozioni autentiche e paesaggi incantati.

Nel santuario della chiesa riposa solenne la Statua della Madonna Pellegrina, le cui preghiere furono un faro di speranza nei tumultuosi anni di guerra, simbolo di rinascita spirituale in tempi oscuri.

Coloro che desiderano esplorare le tracce della guerra troveranno nei sentieri che si dipanano attorno al Passo della Borcola un viaggio nel passato, tra trincee e opere militari che narrano il coraggio e la tenacia di chi ha difeso queste terre.

Per i buongustai, un viaggio tra le malghe di Terragnolo è un invito irresistibile. Qui, il formaggio regna sovrano, con le sue forme stagionate e le morbide ricotte, ma le delizie non si fermano qui. I più giovani troveranno gioia nell’incontrare gli allevamenti di animali, dalle oche ai maiali, senza dimenticare le affettuose mucche che popolano questi pascoli.

Il nostro itinerario parte da Thiene, in provincia di Vicenza, dove si può esplorare il suggestivo Castello (anche detto villa Porto-Colleoni, visto che in realtà non si tratta di un vero castello ma di un palazzo) risalente al XV secolo, ora trasformato in un raffinato hotel di lusso, dove la storia si fonde con il comfort moderno. Non lontano, svetta il Duomo di San Gaetano in Santa Maria Assunta, un’imponente struttura di stile tardo-barocco risalente al 1600 (edificato tra il 1625 ed il 1630, e successivamente ritoccato nel corso del Settecento e del Novecento), capace di incantare i visitatori con la sua maestosità architettonica ed il suo ricco patrimonio artistico e spirituale (al suo interno possiamo trovare le opere di artisti quali Alessandro Maganza, Giulio Carpioni, Giovan Battista Pittoni e Giuseppe Modolo).

Meritano una visita anche la Chiesa di San Girolamo, di epoca tardo medioevale, e la Chiesa di San Vincenzo Martire, edificata nel 1333.

Da Thiene, si percorre Via Cuso/Via Capitello di Sopra/Via Maestri del Lavoro fino a Schio, distante solamente 12 chilometri. Qui potremo visitare i resti dell’antico Castello, con la sua caratteristica torre dell’orologio, e il sontuoso Duomo di San Pietro in stile neoclassico. Imperdibili la Chiesa di San Francesco, la Chiesa di Sant’Antonio, il Teatro Civico realizzato in stile liberty, il giardino Jacquard e la Casa dei Canarini

Successivamente, ci si dirige verso la SP350 che costeggia il Fiume Astico, per poi imboccare la SP79. Il percorso continua sulla SP81 fino al confine con il Trentino, dove la strada assume il nome di SP138, portando fino a Piazza (da non perdere la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo).

Da qui, si prosegue sulla SP2 in direzione Folgaria (dove potremo visitare la Chiesa di San Lorenzo, Forte Sebastiano, Forte Sommo Alto e Forte Dosso del Sommo) e, infine, si scende lungo la SS350 con i suoi suggestivi tornanti fino a Rovereto.

A Rovereto, conosciuta come la Città della Quercia, è possibile ammirare le storiche fontane e visitare la maestosa Chiesa arcipretale di San Marco, gioiello del barocco. Inoltre, la città ospita il MART – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, che conserva oltre 15.000 opere d’arte nazionali e internazionali del Novecento, nella sua sede principale in Corso Bettini.

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Passo Pinei

 Tappe principali: Bolzano, Cardano, Siusi, Castelrotto, Passo Pinei, Ortisei

  • Lunghezza: 12 km
  • Partenza: Bolzano
  • Arrivo: Ortisei
  • Pendenza massima (%): 6,4%

 

Nascosto tra le pieghe delle Dolomiti, il Passo Pinei è un gioiello poco conosciuto ma straordinariamente bello, un vero e proprio paradiso per gli appassionati di moto che desiderano sfidare i suoi tortuosi tornanti e godere della spettacolare vista sulle imponenti montagne del Trentino Alto Adige.

Sebbene meno frequentato rispetto ad altri passi più celebri, il Passo Pinei non delude né sulle due ruote, né durante emozionanti escursioni a piedi, adatte a tutta la famiglia e, nonostante la sua brevità, la salita al Passo Pinei in moto è un’esperienza davvero stimolante.

La salita vera e propria che ci condurrà al passo ha inizio da Ortisei (BZ), e una volta raggiunta la cima, potremo goderci una discesa vertiginosa dall’altro lato, su un asfalto impeccabile, mentre lo sguardo si perde tra i verdi prati che circondano il passo.

In poco tempo è possibile raggiungere Castelrotto, un antico borgo situato nel Parco dello Sciliar, nei pressi dell’Alpe di Siusi, uno dei luoghi più caratteristici e suggestivi del Trentino Alto Adige.

Il percorso attraverso il Passo Pinei continua verso Ortisei, procedendo lungo una salita sul versante opposto prima di scendere verso il vivace comune della Val Gardena, nella provincia di Bolzano.

Il viaggio in moto che vi proponiamo attraverso le splendide Dolomiti del Trentino Alto Adige, con una tappa al Passo Pinei, ha inizio nella città di Bolzano. Famosa per i suoi mercatini di Natale che, durante le festività, trasformano il centro storico in un magico regno invernale, Bolzano incanta per la sua bellezza in ogni stagione, con un’atmosfera rilassata e accogliente. Tra le attrazioni da non perdere, il maestoso Duomo, i caratteristici Portici, l’animata Piazza delle Erbe e il suggestivo Museo Archeologico che ospita Otzi, l’uomo dei ghiacci che ha più di 5mila anni.

Dopo aver percorso pochi chilometri lungo l’autostrada A22, si giunge a Cardano, una deliziosa frazione del comune di Cornedo all’Isarco, situata tra ampi vigneti e circondata da paesaggi mozzafiato.

Itinerario moto Trentino Passo Pinei

La successiva tappa è l’Alpe di Siusi, fiore all’occhiello della Val Gardena, che incanta con le sue verdi colline estive e i paesaggi innevati d’inverno, regalando una sensazione di tranquillità e solitudine. Qui si trovano rovine storiche, musei e testimonianze della ricca storia e tradizione locale.

Prima di giungere a Castelrotto, merita una visita la frazione di Siusi allo Scilar, dove potremo visitare la Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice del XVII secolo, la Chiesa di Santa Croce (Heilig-Kreuz-Kirche), situata nella piazza Oswald von Wolkenstein, la Chiesa di San Valentino (St.-Valentins-Kirche), i ruderi di Castel Hauenstein, Castel Salego, Castel Aichach ed il sito archeologico di Rungger Egg, che ospita resti dell’Età del Ferro. 

La tappa successiva è il comune di Castelrotto, il quale accoglie i visitatori in un ambiente incantato, con stradine pittoresche e diversi punti d’interesse, tra cui la Chiesa di San Valentino con il famoso Campanile, simbolo del paese, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, i ruderi di Castelvecchio, il Museo dei Costumi Tradizionali (all’interno della residenza Laechler) ed il Museo dei “Kastelruther Spatzen”, un gruppo musciale altoatesino molto gettonato.

Prima di raggiungere Ortisei, il percorso attraversa il suggestivo Passo Pinei, situato a 1442 metri di altitudine e caratterizzato da sei tornanti che offrono una vista mozzafiato sulla Val Gardena, con la sua natura incontaminata ed una varietà di eccellenti hotel e ristoranti.

L’arrivo è previsto ad Ortisei, un vero e proprio gioiello incastonato tra le montagne, vivace e pieno di energia. Famosa per le sue sculture in legno, soprattutto i presepi, Ortisei è caratterizzata da alberghi tradizionali edtrad edifici raffinati, offrendo la più bella isola pedonale delle Dolomiti, ideale per una piacevole passeggiata prima di riprendere la strada in sella alla moto. Qui potremo visitare, tra gli altri, il Museo della val Gardena, la Chiesa di San Giacomo, la Chiesa di Sant’Ulrico e dell’Epifania del Signore e Villa Rifesser Stufan. 

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Alla scoperta dei laghi del Trentino

Oltre i valichi alpini, vi sono molti laghi che arricchiranno la bellezza delle vostre vacanze in Trentino in moto, eccone alcuni con relativi itinerari:

Lago di Braies

Il lago di Braies, noto anche come lago di Pragser Wildsee, è un lago alpino situato in Val di Braies, accanto la Val Pusteria, nel comune di Braies. Si trova a circa 97 km da Bolzano, ad un’altezza di 1.496 metri sul livello del mare.

È considerato uno dei laghi più belli delle Dolomiti, grazie alle sue acque cristalline e turchesi, circondate da imponenti montagne, di cui la più famosa è la Croda del Becco (2810 metri), che si erge a picco sulle sue rive e contribuisce in modo determinante alla bellezza del posto.

Posizionato all’interno del Parco naturale Fanes – Sennes – Braies, il Lago di Braies è il più grande delle Dolomiti, con una superficie di circa 33 ettari, una lunghezza di 1,2 km, una largezza compresa tra i 300 ed i 400 metri ed una profondità di circa 36 metri (parliamo della profondità massima, mentre quella media si attesta sui 17 metri).

Il Lago di Braies è legato alla leggenda del Regno dei Fanes, noto in ladino come Rëgn de Fanes, un affascinante racconto mitologico che appartiene al folklore dei popoli Ladini delle Dolomiti. Questo racconto, che assume la forma di un ciclo epico, giunge fino a noi principalmente attraverso la rielaborazione romanzata di Karl Felix Wolff del 1932, il quale fu il primo a mettere per iscritto una storia che per anni era stata tramandata di generazione in generazione tramite la tradizione orale delle comunità ladine.

itinerario moto trentino lago braies

Il mito del Regno di Fanes narra la storia e il declino di questo leggendario popolo, le cui vicende si intrecciano in modo peculiare con una collaborazione insolita: quella con le marmotte. Tutto ebbe inizio quando la Regina dei Fanes contrasse matrimonio con un re straniero, crudele e avido. Un gesto particolarmente offensivo fu la sostituzione dello stemma dei Fanes, da sempre raffigurante una marmotta, con un’aquila, scatenando così l’ira del pacifico popolo mitologico e dando origine a discordie e scontri. Emerse quindi Dolasilla, figlia della regina, come una formidabile eroina, dotata di poteri magici e di armi forgiate dai nani. Con il suo coraggio, Dolasilla trionfò in ogni battaglia, fino a incontrare Ey de Net, un temibile guerriero nemico e suo antico amore promesso. Tuttavia, secondo la profezia dei nani, l’invincibilità di Dolasilla sarebbe durata solo fino al momento delle nozze. Così, il re, desiderando la fine della sua dominazione, spinse Dolasilla in un’ultima disperata battaglia, dove fu ingannata e uccisa dalle sue stesse frecce, trafugate dallo stregone Spina de Mul.

La saga si conclude in modo drammatico: il re dei Fanes, a causa del suo tradimento, venne trasformato in pietra e i pochi superstiti del regno, insieme alle marmotte, si ritirarono in un antro sotto le rocce.

Leggenda vuole che una volta all’anno, durante una notte di luna piena, sul Lago di Braies appaia una barca con a bordo la Regina di Fanes e sua figlia Luyanta, sorella della defunta Dolasilla: entrambe, compiendo il giro del lago a bordo dell’imbarcazione, attendono lo squillo delle trombe argentate, segnale che annuncerebbe la rinascita del Regno di Fanes.

Itinerario

 Tappe principali: Bolzano, Ortisei, Passo Pordoi, Passo Valparola, Cortina d’Ampezzo, lago di Braies

  • Lunghezza: 170 km
  • Durata: 4 ore
  • Partenza: Bolzano
  • Arrivo: Braies

Il nostro itinerario parte da Bolzano e prosegue in direzione Ortisei tramite la SS12 e la SS42, per poi virare in direzione del Passo Pordoi attraverso la SS242 e la SS48. Da qui proseguiremo verso Passo Valparola prendendo la SR48, dirigendoci in seguito verso Cortina d’Ampezzo, utilizzando ancora la SR48. Da Cortina d’Ampezzo prenderemo la SS51 e la SS49, per giungere alla destinazione finale del Lago di Braies.

Il tragitto si può percorrere in meno di quattro ore, per un totale di circa 170 km.

Una volta arrivati sul Lago di Braies, sarà possibile affittare una barca e compiere un giro del lago, visitare la Cappella di Braies, costruita ad inizio Novecento e consacrata nel 1904, oppure, se la visita dovesse verificarsi durante la stagione invernale, pattinare sulla superfice ghiacciata del lago.

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Lago di Carezza

Il lago di Carezza, conosciuto anche come Karersee in tedesco e Lech de l’ercaboan in ladino (il lago dell’arcobaleno, ma ci torneremo più avanti) è un lago alpino situato in Val D’Ega, nel comune di Nova Levante. Si trova circa 25 km dalla città di Bolzano, ad un’altezza di 1534 metri sul livello del mare.

Tra le bellezze più apprezzate delle Dolomiti, il lago di Carezza offre uno spettacolo meraviglioso: a poca distanza dalla riva troviamo un bosco di abeti, alle cui spalle svettano il massiccio del Latemar ed il massiccio del Catinaccio, elementi che si riflettono nelle acque formando un connubio davvero impressionante, che attira turisti e fotografi da tutto il mondo.

 

itinerario moto trentino lago carezza

 

Come il lago di Braies, anche il lago di Carezza è legato ad un mito, quello della ninfa Ondina. Leggenda vuole che una bellissima ninfa acquatica di nome Ondina vivesse sulle sponde del lago, trascorrendo le giornate cantando con voce soave. Un giorno, lo stregone Masaré si ritrovò a passare in riva al lago e rimase affascinato dal canto e dalla bellezza della ninfa, innamorandosi perdutamente di lei. La timida ninfa però non si lasciò convincere e subito svanì in acqua, lasciando Masaré alle prese con il proprio fallimento.

A quel punto, disperato, lo stregone chiese consiglio alla strega locale, Langwerda, ed insieme escogitarono un piano per conquistare la fanciulla: la strega consigliò al mago di travestirsi da venditore di gioielli e di creare con questi un arcobaleno da apporre tra il monte Catinaccio ed il monte Latemar, in modo che sovrastasse completamente il lago.

Il mago seguì il consiglio della strega, creò l’arcobaleno più bello del mondo e si recò al lago in attesa della sua amata. Purtroppo, il piano fallì miseramente, visto che Masarè si dimenticò di indossare il travestimento da gioielliere e Ondina, appena lo vide, lo riconobbe immediatamente, scomparendo per sempre nelle profondità del lago, senza farsi mai più rivedere. Sconvolto, Masarè ridusse il suo arcobaleno in milioni di pezzi, gettandoli nelle acque del lago sottostante, dove ancora oggi continuano a brillare con magnifico splendore. Questa storia spiega il tradizionale nome ladino del lago di Carezza: Lech de l’ercaboan, o “Lago dell’Arcobaleno”.

Per quanto riguarda l’origine del nome, i linguisti ipotizzano che il termine “Lago di Carezza” possa derivare dall’antico alto tedesco “char”, che significa “recipiente”. Questo riferimento si collega ad una conca a forma di bacino situata sui pendii montuosi al di sotto delle catene montuose. Tuttavia, il nome alternativo “Lago Arcobaleno – Lech de l’ercaboan” enfatizza in modo più chiaro la straordinaria varietà di colori del lago rispetto alla sua semplice connotazione di “recipiente”.

Itinerario

 Tappe principali: Bolzano, Nova Levante, Lago di carezza, Moena

  • Lunghezza: 50 km
  • Durata: 1 ora
  • Partenza: Bolzano
  • Arrivo: Moena

L’itinerario da noi proposto parte da Bolzano, dove prenderemo la SS241 in direzione Nova Levante, importante località turistica: direttamente dal cuore del paese parte la cabinovia che ti porta sui 40 km di piste da sci, mentre in estate, invece, potrai trovare sentieri escursionistici, vie ferrate e percorsi per il trekking, insieme al Carezza Biketrail ed al Bikepark, per un  mix perfetto di sport, natura, relax e cultura (da non perdere la chiesa parrocchiale, la cappella dei Santi Rocco e Sebastiano ed il Museo etnografico).

Da Nova Levante continueremo sulla SS241, arrivando al Lago di Carezza in meno di 10 minuti. Il lago è aperto per tutto l’anno ed è un’area protetta, pertanto non sarà possibile scavalcare i recinti di protezione intorno al lago, né tantomeno nuotare nelle sue acque.

Dal lago di Carezza, sempre tramite la SS241, giungeremo a Moena, la Fata delle Dolomiti, nonché tappa finale del nostro percorso. Qui potremo visitare il centro storico e scoprire i principali punti d’interesse, come la Chiesa di San Vigilio, la Chiesa di San Volfango, il forte Someda e la mostra sulla Grande Guerra, che si tiene all’interno del Teatro Navalge. Anche Moena è legata ad un’antica leggenda, quelle del Re Laurino. Molti secoli fa, tra le imponenti rocce del Catinaccio, abitava un popolo di nani. Al comando di questo regno sotterraneo vi era Re Laurino, il cui giardino di rose incantava chiunque posasse lo sguardo su di esse. Fu proprio la bellezza di questo giardino a catturare l’attenzione del principe del Latemar, il quale, folgorato dalla sua magnificenza, decise di conquistare il cuore della figlia del re.

Itinerario moto Trentino Lago di Carezza

Il principe, animato da un amore ardente, rapì la giovane principessa per farne sua sposa. Ma Re Laurino, vedendo la figlia portata via contro la sua volontà, si riempì di dolore e rabbia, e, in un impeto di disperazione, lanciò una maledizione su tutte le rose del suo giardino, ordinando loro di non fiorire mai più, né di giorno né di notte. Tuttavia, nel suo sconforto, dimenticò il potere del tramonto e dell’alba.

Così, ancora oggi, quando il sole scompare dietro le vette delle montagne e il cielo si tinge di sfumature di rosso e arancione, le rocce del Catinaccio si tingono anch’esse del colore delle rose, ricordando a tutti il triste destino della principessa e la potenza delle parole del Re Laurino.

Questo itinerario misura circa 50 km e potrà essere percorso in meno di un’ora.

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Lago di Ledro

Il lago di Ledro è un lago alpino situato nell’omonima Val di Ledro ad un’altezza di 655 metri sul livello del mare, a 15 km dal comune di Riva del Garda.

Con una forma stretta e allungata, una superficie è di 2,187 km² ed una circonferenza di circa 10 km, il lago di Ledro è uno dei laghi più belli del Trentino, famoso per le sue acque cristalline che riflettono il paesaggio circostante.

Il bacino, che si estende tra la Valle del Chiese e il Lago di Garda, è un’area di straordinario fascino naturale, eredità dei movimenti glaciali del passato: ogni anno, questo paesaggio incantevole attrae un gran numero di turisti, desiderosi di immergersi nella sua bellezza e nella sua ricca storia.

Il Lago di Ledro deve la sua fama principalmente ai ritrovamenti del 1929, quando durante i lavori per la costruzione della Centrale Idroelettrica di Riva del Garda, le acque del lago si ritirarono, rivelando un sorprendente tesoro archeologico: un villaggio dell’Età del Bronzo, risalente a circa 4000 anni fa. Questo antico insediamento neolitico è diventato nel 2011 parte del patrimonio dell’Unesco, rappresentando un prezioso pezzo della storia europea.

 

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Il Museo delle Palafitte di Ledro, situato nella frazione di Molina di Ledro, sulla costa orientale del lago, ospita una fedele ricostruzione di questo villaggio preistorico, con le sue capanne su palafitte ed una collezione di manufatti dell’età del bronzo. Il sito è aperto ai visitatori da marzo a giugno e da settembre a novembre, offrendo un’esperienza educativa e coinvolgente a pagamento.

Oltre alla sua importanza storica, il Lago di Ledro offre anche opportunità ricreative. Le sue acque cristalline e turchesi invitano al nuoto, alla pesca, alla canoa, al windsurf ed alla vela, mentre le sue temperature estive possono raggiungere i 24 gradi, rendendo il bagno un piacere anche nelle giornate più calde.

Le sue sponde sono punteggiate da quattro spiagge pubbliche: Pieve di Ledro, Molina di Ledro, Pur e Mezzolago, quest’ultima accogliente anche per gli amici a quattro zampe sulla spiaggia di Pur, situata sul lato sud del lago.

Infine, per gli amanti dell’attività fisica, il percorso circolare che costeggia il lago offre un’opportunità unica per correre, pedalare (sono presenti piste ciclabili e strade secondarie che costeggiano il lago) o passeggiare immersi in paesaggi mozzafiato, con un terreno per lo più sterrato che ne rende l’esperienza ancora più avvincente.

Itinerario

 Tappe principali: Trento, Rovereto, Riva del Garda, Lago di Ledro

  • Lunghezza: 72 km
  • Durata: 1 ora e 30 minuti
  • Partenza: Trento
  • Arrivo: Lago di Ledro

Il nostro itinerario parte da Trento, capoluogo della regione, e prosegue in direzione Rovereto tramite A22 ed E45. Da Rovereto, prenderemo la SS240 puntando verso Riva del Garda, dove potremo visitare diversi punti d’interesse, tra cui la Chiesa di Santa Maria Assunta, la Chiesa dell’Inviolata, la Chiesa di San Rocco, Palazzo Pretorio, la Torre Apponale, la Rocca di Riva del Garda, il Bastione e Forte Garda. Inoltre, La zona circostante Riva del Garda è ricca di attrazioni turistiche che meritano di essere esplorate. A soli 6 chilometri a nord, il suggestivo Lago di Tenno offre una vista panoramica mozzafiato sul Basso Sarca, mentre a ovest, a circa 5 chilometri di distanza, mentre la strada del Ponale, un tempo antica via di collegamento tra Ledro e Riva del Garda, oggi si è trasformata in una rinomata pista ciclabile, offrendo un percorso suggestivo immerso nella natura. 

A soli 3 chilometri a nord, le Cascate del Varone rappresentano una vera meraviglia geologica, mentre dalla frazione di Pregasina si può ammirare una vista unica sul lago e i suoi dintorni. Sul monte San Martino, infine, si trova un sito archeologico di grande interesse datato all’età del bronzo, che offre uno scorcio affascinante sulla storia antica della regione.

Da Riva del Garda, continueremo sulla SS240 per circa 20 km ed arriveremo alla destinazione finale dell’itinerario, il lago di Ledro, dove potremo goderci il panorama e dedicarci alle diverse attività osservate in precedenza.

Questo itinerario può essere percorso in circa un’ora e mezza, per un totale di 72 km.

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 Lago di Santa Giustina

Il lago di Santa Giustina è un lago artificiale situato nel cuore della Val di Non, in provincia di Trento, ad un’altezza di circa 500 metri sul livello del mare.

Questo specchio d’acqua rappresenta il maggior bacino artificiale della regione trentina, vantando un volume d’acqua che lo distingue tra tutti i laghi circostanti. Con una capacità di circa 182 milioni di metri cubici, le sue acque non sono solo un elemento di bellezza naturale, ma anche una fonte di energia essenziale: infatti, esse alimentano le turbine della centrale elettrica sotterranea di Taio, con una potenza di 34,5 MW, dimostrando così la sua importanza sia dal punto di vista estetico che funzionale.

Lungo 6 km e con una profondità di circa 150 metri (vista la natura artificiale del lago, il livello può variare di diversi metri, anche in base ai periodi dell’anno ed alle condizioni atmosferiche) il lago di Santa Giustina è il risultato dello sbarramento del torrente Noce avvenuto nel 1951 con la costruzione della diga di Santa Giustina, ai tempi la più alta d’Europa con i suoi 152 metri.

L’edificazione della diga ha cambiato profondamente il paesaggio circostante e la formazione del bacino artificiale del lago di Santa Giustina ha comportato la sommersione di numerosi terreni e costruzioni rurali, tra cui masi, mulini, strade e ponti. Questi ultimi, una volta parte integrante del paesaggio e della storia locale, emergono periodicamente dall’acqua quando il livello del lago si abbassa, regalando agli osservatori uno spettacolo affascinante e ricco di curiosità.

Tra i ponti che riemergono, il più impressionante è il Ponte sulla strada dei Regai sul Rio di San Romedio, un’imponente struttura ancora perfettamente intatta nonostante più di 50 anni di sommersione. In occasioni più rare, quando il livello dell’acqua si abbassa significativamente, è possibile scorgere anche il ponte della mula, un antico ponte medievale che ha subito maggiormente l’usura del tempo e dell’azione dell’acqua.

 

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Tra le principali attrazioni della zona possiamo trovare l’incantevole eremo di Santa Giustina, posizionato sulle pendici scoscese della montagna che si affacciano sul canyon creato dal fiume Noce. La sua collocazione remota, inaccessibile e suggestiva, ha determinato la scelta di questo luogo per la costruzione dell’eremo.

Composto dalla dimora dell’eremita, affiancata da una scuola e una piccola chiesa dedicata ai Santi Cipriano e Giustina, l’eremo di Santa Giustina ha una storia antica e affascinante: sebbene i primi documenti che attestano l’esistenza della chiesa risalgano al 1537, si ipotizza che la sua fondazione risalga al Duecento, testimoniando così secoli di devozione e spiritualità in quest’area così suggestiva e remota.

Situato al centro della valle, il lago di Santa Giustina offre panorami da cartolina da ogni angolazione. Le varie alternative consistono in una piacevole passeggiata lungo Le Plaze lungo la riva del lago, una visita all’eremo di San Gallo con la vista sul Castelaz, o magari ammirare il tramonto dalla terrazza del Doss di Pez con uno sguardo sulle imponenti montagne e sul castello di Cles, e queste sono solo alcune delle esperienze indimenticabili che questo luogo può offrire.

Esplorando le strade della Val di Non, ci si imbatte in numerosi punti panoramici facilmente accessibili anche per i visitatori di passaggio, sia in auto che in moto. Ogni sosta offre l’opportunità di catturare uno scorcio mozzafiato e di immortalare la bellezza di questo angolo di paradiso con una fotografia.

I visitatori del lago, specialmente gli appassionati di sport, possono apprezzare l’incredibile sinergia tra la bellezza naturale e l’intervento umano. Le gole di Santa Giustina offrono emozionanti esperienze di canoa e kayak, consentendo di navigare tra passaggi stretti e pareti verticali, mentre il parco fluviale Novella offre un percorso guidato di 3,5 km con passerelle che permettono di esplorare il bosco e ammirare gli affascinanti scenari geologici della zona.

Per chi cerca relax, la zona sud-ovest del lago è un vero paradiso: stiamo parlando de Le Plaze di Dermulo, un’ampia e ben attrezzata area verde, che offre l’opportunità di immergersi completamente nella bellezza naturale del luogo.

Itinerario

 Tappe principali: Bolzano, Passo della Mendola, Borgo d’Anaunia, Fondo, lago di Santa Giustina, Cles

  • Lunghezza: 63,5 km
  • Durata: 1 ora
  • Partenza: Bolzano
  • Arrivo: Cles

Il nostro itinerario parte da Bolzano e prosegue in direzione del Passo della Mendola (valico alpino che si trova a 1363 metri) tramite SS42. Dal Passo della Mendola proseguiremo verso i comuni di Borgo d’Anaunia e Fondo (oggi fanno parte dello stesso comune), sempre percorrendo la SS42.

Da qui, prenderemo la SP24 per giungere al vicino lago di Santa Giustina, dove prenderemo la SS43d, la SS43Dir e la SS43 per giungere a Cles, tappa finale del percorso.

L’itinerario misura circa 63 km e potrà essere completato in un’ora di viaggio.

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Lago di Molveno

Il lago di Molveno si trova a poca distanza dal comune di Molveno, ad un’altezza di circa 800 metri sul livello del mare.

Il lago di Molveno si distingue come il più profondo tra i laghi del Trentino, con una profondità media di 47 metri e una massima di 124 metri. La sua estensione di 3,3 chilometri quadrati lo rende uno dei più grandi della regione, mentre la sua lunghezza massima di 4,4 chilometri e una larghezza di 1,5 chilometri ne esaltano la maestosità.

Ciò che lo rende ancora più unico è il suo status di più grande lago alpino naturale situato ad un’altitudine superiore agli 800 metri sul livello del mare, conferendo al paesaggio circostante un’aura di purezza e bellezza selvaggia.

Come molti altri laghi nel Trentino, il lago di Molveno, ha subito trasformazioni dovute allo sfruttamento idroelettrico, che hanno parzialmente alterato il suo paesaggio naturale: originato da una frana, questo lago segna il confine tra il Gruppo delle Dolomiti di Brenta ad ovest e quello della Paganella – Monte Gazza a sud-est, situazione che lo pone tra le meraviglie del Trentino.

Sul fondo del lago è stata scoperta una foresta sommersa, composta da numerosi tronchi sradicati o spezzati e immersi nel limo, insieme ad alcuni alberi ancora in piedi, radicati nel terreno originario della foresta. L’analisi di questo bosco ha permesso di risalire alla data di formazione del lago, che risale a almeno 3 mila anni fa.

Celebre per la sua ricchezza ittica, è abitato da tempo dal salmerino, come testimoniano alcuni documenti risalenti al Seicento, e da altre specie quali persico, trota marmorata, carpa e tinca. Inoltre, intorno al lago è possibile imbattersi in diversi animali selvatici, come lepri, caprioli e camosci.

Lo scrittore e poeta Antonio Fogazzaro, un assiduo frequentatore della località, lo definì una “preziosa perla in più prezioso scrigno”, quindi non stupisce il fatto che le sue acque cristalline e l’incantevole spiaggia abbiano meritato più volte il titolo di “Lago più bello d’Italia” secondo Legambiente e Touring Club Italiano. Inoltre, Molveno è insignita del marchio di qualità turistico-ambientale Bandiera Arancione TCI, confermando la sua vocazione turistica ed ambientale di eccellenza.

 

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Molteplici le attività che offre, in un’atmosfera di totale tranquillità: le famiglie troveranno un autentico paradiso in montagna con 12 ettari di spiaggia, prati all’inglese e numerose aree giochi, incluse sabbiere e minigolf per i più piccoli. L’Acqua Park con scivoli e giochi d’acqua, il miniclub e il pump truck con skill area, offrono divertimento senza fine per i ragazzi che amano avventure all’aria aperta e mountain bike, mentre gli appassionati dello sport avranno l’imbarazzo della scelta tra una partita a tennis, gite in barca o in pedalò, escursioni in canoa, corsi di stand up paddle, nuotate nella piscina olimpionica o tranquille passeggiate lungo le rive del lago.

Con la funivia Panoramica, aperta da maggio ad ottobre, è possibile raggiungere l’Altopiano di Pradel, mentre a breve distanza sarà possibile visitare il Parco Faunistico di Spormaggiore, un’opportunità unica per scoprire la fauna trentina, con la presenza di animali come orsi bruni, lupi, gufi e linci, offrendo un’esperienza indimenticabile immersi nella natura selvaggia della zona.

Itinerario

Tappe principali: Trento, Ponte Arche, Madonna di Campiglio, Dimaro, Cles, Molveno, Lago di Molveno

  • Lunghezza: 151 km
  • Durata: 3 ore
  • Partenza: Trento
  • Arrivo: Lago di Molveno

Il nostro itinerario inizia nella città di Trento e prosegue, tramite SS45bis ed SS237, in direzione Ponte Arche, apprezzato centro turistico dove sarà possibile visitare le terme di Comano e raggiungere la vetta del Monte Casale, per godere di una splendida vista panoramica.

Da Ponte Arche prenderemo la SS237 e la SS239, attraverseremo il Parco naturale Adamello Brenta (la più grande area protetta del Trentino, oltre 620 chilometri quadrati distribuiti tra la Val di Non, la zona delle Giudicarie e la Val di Sole) e faremo rotta verso Madonna di Campiglio, celebre localita sciistica appartenente al comprensorio sciistico di Skirama Dolomiti, dove potremo praticare sci e snowboard.

A questo punto, prenderemo la SS239 per dirigerci a Dimaro, famosa per le attività sciistiche e per la presenza di numerosi edifici storici, come la Chiesa di San Lorenzo e la Cappella della madonna del rosario.

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Da qui raggiungeremo il comune di Cles (imperdibili la Chiesa parrochiale di Santa Maria Assunta, la Chiesa di San Pietro Apostolo, il Palazzo Assessorile e Castel Cles) tramite SS42 ed SS43, per poi dirigerci in direzione Molveno, prendendo la SS43 e la SS421. Qui, tra gli altri, potremo visitare l’antica segheria veneziana ad acqua (ancora in attività), la Chiesa di San Vigilio del XIII secolo ed i Forti di Napoleone.

Terminata la visita del paese, potremo dedicarci alla scoperta dell’adiacente Lago di Molveno, dove concluderemo il nostro tragitto.

L’itinerario ha una durata di poco più di 3 ore, per un totale di 151 km.

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